“Dopo di noi”: le proposte delle coop sociali del gruppo “Abitare il futuro”

Al Muse il convegno di Consolida (in particolare il gruppo di cooperative sociali impegnato nel progetto di Abitare il futuro) sul “dopo di noi” settore all’indomani dell’approvazione in giunta provinciale del disegno di legge sul tema.
Le proposte: spesa pubblica orientata ai percorsi delle persone disabili, co-progettazione che tenga conto delle esperienze già fatte, flessibilità negli investimenti per sostenere l’innovazione e cambio di visione culturale.
L’assessore Luca Zeni: la legge si farà presto e saranno coinvolte le cooperative sociali
Riorientare la spesa pubblica in funzione dei percorsi di vita delle persone con disabilità, adottare il metodo della co-progettazione che consenta di tener conto delle sperimentazioni già maturate, introdurre flessibilità negli investimenti per sostenere l’innovazione e soprattutto lavorare insieme su un cambio di visione culturale.
Sono queste le quattro proposte della cooperazione sociale presentate oggi al Muse nel convegno dedicato al cosiddetto “Dopo di noi” – organizzato da Consolida insieme al Gruppo cooperativo “Abitare il futuro” – a pochi giorni dall’approvazione del disegno di legge provinciale da parte della Giunta disegno di legge.
Un disegno di legge che le cooperative sociali del gruppo cooperativo hanno accolto con favore perché – ha spiegato il coordinatore Cristian Aiardi – nel testo a differenza di quello nazionale non si parla più solo del – pur necessario e preziosissimo – “Dopo di noi” ma anche del “Durante di noi”. C’è quindi la volontà di uscire dall’emergenza e di lavorare su quella che viene comunemente chiamata prevenzione.
“Il disegno di legge – ha affermato Aiardi – cita la Dichiarazione ONU dei Diritti delle Persone con disabilità che è il riferimento culturale principale del nostro Gruppo e riconosce i principi della libera scelta, auto rappresentanza e auto determinazione della persona con disabilità in condizione di uguaglianza rispetto agli altri.
La visione politica espressa nel disegno e che speriamo diventi legge in tempi brevi – ha precisato Aiardi – si deve però accompagnare con precise e coerenti decisioni operative che vanno coprogettate anche a partire da quanto è maturato nei territori e nei progetti già da anni attivi nelle nostre organizzazioni.”
Per questo Aiardi ha sottolineato alcuni punti, se non critici, certamente delicati: le norme prevedono un “doppio binario”, con interventi che si collocano nell’alveo del sistema socio assistenziale, altri nel sistema socio sanitario.
“Chi e come finisce in uno o nell’altro binario? Nella nostra pratica quotidiana – ha sottolineato Aiardi -, anche persone con disabilità complesse o gravi possono essere protagoniste se sostenute di percorsi per un abitare autonomo.
Ancora, nella legge si parla di “Interventi per la sensibilizzazione pubblica e nei confronti dei care givers” che saranno promossi dalla Provincia, in coordinamento con le Comunità di Valle e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Noi crediamo che questo processo culturale per essere efficace debba cambiare la rappresentazione delle persone con disabilità e andare oltre alla polarizzazione tra pietismo e occultamento dell’immagine.
Per raggiungere questo risultato occorre un investimento comune che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche chi come le cooperative vive quotidianamente la disabilità e chi invece come i media si occupa dell’informazione.
Riconoscere la libertà di scelta delle persone con disabilità richiede – ha aggiunto Aiardi di dare voce e protagonismo alle persone con disabilità.
Questo però non è scontato né accadrà in modo “naturale”: serve confronto e formazione dei familiari, educatori, operatori, volontari. Per questo daremo vita alla “Scuola dell’abitare” che apriremo a tutti coloro che vogliono partecipare.
Infine l’auspicio all’innovazione degli interventi che si auspica tra le righe del disegno di legge. Noi siamo pronti e abbiamo già sperimentato negli ultimi 5 anni modalità e progettualità nuove, anche nell’attivazione di risorse per gli start up.
Serve però anche capire come tali innovazioni saranno riconosciute sia in termini di saperi maturati sia in termini di finanziamento per la loro continuità.
L’assessore provinciale alla salute e solidarietà, Luca Zeni ha ascoltato con molto interesse le proposte della rete “Abitare il futuro”, ma anche le testimonianze di persone con disabilità, di loro famigliari e di organizzazioni che stanno cercando ricercando strade nuove per rendere concreto quello che è un vero proprio cambio di paradigma culturale come ha sottolineato Carlo Francescutti del comitato scientifico di Etika e già coordinatore dell’osservatorio nazionale sulla disabilità.
Secondo Francescutti: “non possiamo permettere che un eccesso di protezione (familiare e nei servizi) leda i diritti fondamentali delle persone con disabilità e riduca le opportunità della loro partecipazione alla vita comunitaria.
Non possiamo costruire luoghi altri per loro, mondi paralleli che, anche se belli e con tutti i servizi, rischiano di alimentare isolamento e segregazione.
Serve flessibilità, differenziazione e riorganizzazione dei servizi basati su team di lavoro multidisciplinari capaci di uscire dalla trappola degli specialismi e che tengano conto dei desideri delle persone creando reali opportunità di protagonismo. E questo vale anche per chi ha una disabilità grave. Questo processo di rinnovamento sta già accadendo in Trentino è importante andare avanti sulla direzione tracciata.”
L’assessore Zeni, dopo aver ricordato i progetti e gli investimenti che da decenni la Provincia fa per sostenere la disabilità, ha ripreso quanto emerso nel convegno – ovvero la necessità di una nuova visione della disabilità – e sottolineato come questa sia espressa nel disegno di legge.
Ha garantito alle cooperative e alle centinaia di persone presenti nella sala del convegno che la legge si farà presto e con il coinvolgimento di chi, come le cooperative sociali, sta già lavorando sul tema.
Rispetto al cosiddetto “doppio binario” – sociale e sanitario – da un lato ha ricordato che occorre tener conto della diversa situazione delle persone, dall’altro ha detto che l’integrazione tra i due ambiti rallentata forse da reciproci timori e diffidenze può essere superata proprio partendo dai diritti delle persone con disabilità, mettendo al centro i loro desideri e la loro volontà.
Rispetto alle risorse e alla necessità di pensare percorsi innovativi ha manifestato l’intenzione di sostenerli già a partire dalle prossime settimane quando sarà oggetto di delibera di Giunta un bando specifico sul tema dell’Abitare per persone con disabilità finalizzato alla ricerca di strade inedite rispetto alle strutture residenziali esistenti e più vicine alla logica del co-housing.
“Con questo appuntamento dedicato alle persone con disabilità e alle loro famiglie che ha il patrocinio del museo – ha concluso la presidente di Consolida Serenella Cipriani – abbiamo aperto “Impresa sociale al cubo”, una settimana di eventi organizzati dal consorzio con le proprie associate e con il patrocinio della Federazione della cooperazione sul temi del welfare (tra i quali i servizi agli anziani e l’inserimento lavorativo in carcere) ai cambiamenti sociali, culturali ed economici in atto e alla necessaria ridefinizione del ruolo delle cooperative sociali.
Se oggi abbiamo presentato alle famiglie e alle istituzioni proposte concrete per lavorare insieme sul futuro delle persone con disabilità, lunedì 6 novembre alle 14.30 alla Fondazione Caritro lo faremo sul tema degli anziani e dei loro care givers con un appuntamento organizzato dal consorzio insieme alle 9 associate e il patrocinio di Federazione trentina della Cooperazione. Per maggiori informazioni e per il programma completo www.consolida.it.
Le cooperative del gruppo abitare il futuro
Il gruppo Abitare il futuro è composto dalle cooperative sociali CS4, Eliodoro, Grazie alla vita, GSH, Il Bucaneve, Iter e La Rete che operano (alcune già da 40 anni) in buona parte del territorio provinciale con servizi differenziati che vanno da quelli socio-assistenziali a quelli sanitari, infermieristici e riabilitativi fino all’accompagnamento al lavoro e ai progetti abitativi.
In particolare le cooperative gestiscono centri socio-educativi, occupazionali e di formazione al lavoro; attività residenziali temporanee, per il tempo libero e la socializzazione.
Oltre ai servizi, sono impegnate nel coinvolgimento del volontariato e nella promozione di una cultura inclusiva organizzando azioni di informazione e sensibilizzazione dedicate alla comunità. Si avvalgono dei loro servizi quasi 800 persone con disabilità e le loro famiglie, realizzati con l’apporto di 500 soci, 330 dipendenti e quasi 500 volontari. Il fatturato aggregato delle 7 cooperative ammontava a fine 2016 a 11,5 milioni di euro.

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