Il Gruppo
etika è un nuovo modo di pensare e fare cooperazione tra le persone e le organizzazioni.
etika è un nuovo modo di pensare e fare cooperazione tra le persone e le organizzazioni.
Nasce il nuovo gruppo cooperativo per la disabilità.
Sette realtà storiche del Trentino che da decenni si occupano di disabilità hanno costituito oggi la rete “Abitare il futuro”, un gruppo cooperativo che ha l’obiettivo di elaborare e realizzare progetti innovativi per garantire il diritto all’abitare autonomo e inclusivo delle persone con disabilità e che hanno presentato dei progetti al fondo solidale che il comitato scientifico di etika sta valutando e quelli finanziati verranno annunciati il 30 novembre.
Secondo le rilevazioni più aggiornate, che risalgano al 2013 le persone con disabilità in Italia sono 3,17 milioni (Fonte Istat che salgono ai 4,1 milioni per il Censis); mentre per il Trentino l’Anagrafe dell’handicap della Provincia a fine 2016 ne ha registrato 13.626. I dati quindi non sono univoci, ma è evidente che il fenomeno è rilevante ed è destinato a crescere in maniera esponenziale negli anni.
Si tratta delle persone con disabilità, di cui una parte crescente comincia ad avere genitori anziani che faticano a garantire il sostegno e la cura necessari.
Non è un caso che il cosiddetto “Dopo di noi” sia diventato oggetto di una legge nazionale e ora sia nel dibattito politico e pubblico anche nella nostra Provincia.
“Come cooperazione sociale – spiega Cristian Aiardi, coordinatore della rete – abbiamo cominciato ad affrontare il tema già nel 2011. Fin dall’inizio è emerso che non si trattava “solo” di inventare un nuovo tipo di intervento o di ampliare quelli esistenti, ma che era necessario a monte un complessivo e complesso riorientamento culturale rispetto all’approccio alla disabilità immaginando anche nuove forme di sostenibilità.
Il cambiamento culturale, che deve partire dal riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità non può, peraltro, fermarsi ai servizi (delle cooperative e pubblici) ma deve investire tutta la comunità senza la quale nessun abitare inclusivo e sostenibile è possibile: la casa infatti non può essere tratta come luogo chiuso, ma come snodo di relazioni; altrimenti diventa nuova forma di esclusione e separatezza.
Da allora è partito per le cooperative sociali coinvolte nel laboratorio un percorso tutt’ora in atto di innovazione a 360 gradi che, dopo un confronto interno e con altri prassi ed esperienze fuori dal Trentino, ha portato sia ad avviare progetti innovativi sull’abitare e trovare nuove forme di sostenibilità, sia a costituire il gruppo “Abitare il futuro” con un accordo di rete che le impegna a condividere la progettazione, investire in modo comune nella creazione di nuove competenze; coinvolgere enti pubblici, le famiglie, i privati e ditte for profit ad aumentare gli investimenti in tale ambito; attivare iniziative di sensibilizzazione e formazione; coordinando attività di raccolta fondi e investimento.”
Il nuovo gruppo presenterà il proprio manifesto culturale, i progetti innovativi già avviati e le proposte alla politica provinciale e locale il 4 novembre dalle 9.30 al Muse con un evento costruito insieme al consorzio consolida e il patrocinio del museo.
Si inizierà con un inquadramento culturale su “L’abitare sociale per persone con disabilità” di Carlo Francescutti (Comitato scientifico di etika e già coordinatore dell’osservatorio nazionale sulla disabilità); seguiranno “voci dalla vita vera”, testimonianze di famiglie e organizzazioni sia locali che di altri territori come la Fondazione F3 di Verona, e si concluderà con un confronto con le istituzioni sulle politiche necessarie con Luca Zeni, assessore provinciale alla Salute e solidarietà.
Nel pomeriggio, alle 14.30 i partecipanti potranno fare visite all’interno del museo della scienza guidati da giovani con disabilità che in questi mesi hanno fatto un percorso di formazione insieme agli esperti del Muse.
Il gruppo Abitare il futuro è composto dalle cooperative sociali CS4, Eliodoro, Grazie alla vita, GSH, Il Bucaneve, Iter e La Rete che operano (alcune già da 40 anni) in buona parte del territorio provinciale con servizi differenziati che vanno da quelli socio-assistenziali a quelli sanitari, infermieristici e riabilitativi fino all’accompagnamento al lavoro e ai progetti abitativi.
In particolare le cooperative gestiscono centri socio-educativi, occupazionali e di formazione al lavoro; attività residenziali temporanee, per il tempo libero e la socializzazione.
Oltre ai servizi, sono impegnate nel coinvolgimento del volontariato e nella promozione di una cultura inclusiva organizzando azioni di informazione e sensibilizzazione dedicate alla comunità.
Si avvalgono dei loro servizi quasi 800 persone con disabilità e le loro famiglie, realizzati con l’apporto di 500 soci, 330 dipendenti e quasi 500 volontari. Il fatturato aggregato delle 7 cooperative ammontava a fine 2016 a 11,5 milioni di euro.
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