So di essere capace

Due progetti e due cooperative sociali per aiutare le persone con disabilità alla costruzione del proprio futuro

Appropriarsi di spazi di scelta e di tempo e vivere in autonomia consapevoli che nella quotidianità tutti possiamo avere bisogno di aiuto. Con questi obiettivi otto giovani con disabilità hanno deciso di attivare pratiche di vita indipendente. Partendo dalle loro esperienze e da livelli di autonomia distinti, le cooperative sociali Amalia Guardini e Villa Maria hanno creato due percorsi personalizzati: “Io ci provo – sono capace” e “Io abito” per accompagnare persone con fragilità a realizzare i propri desideri di autodeterminazione soprattutto in relazione alla propria adultità. Arianna Gallo di Amalia Guardini presenta i protagonisti del primo progetto “Io ci provo – sono capace” avviato a febbraio.

Quante persone con disabilità fanno parte di questo percorso?

Quattro sono i giovani che hanno chiesto aiuto per conquistare la propria autonomia abitativa. F., che pratica il calcio paraolimpico nella Lizzana special team, è molto determinato a tagliare anche il traguardo della vita indipendente. Sa che ogni impegno richiede disciplina e costanza, proprio come una preparazione per una partita di calcio con una squadra avversaria molto forte. Gli altri tre giovani invece condividono la passione per i libri. Tra loro c’è S. la bibliotecaria del gruppo che sa sempre consigliare la lettura giusta per ogni stato d’animo. A volte organizzano delle gite al MART e davanti alle opere in esposizione si scambiano letture e critiche artistiche.

Il progetto intende aiutare questi giovani a scoprirsi, a crescere e a valorizzare tutte quelle competenze che preparano all’abitare autonomo.

Quando il gruppo non è impegnato in attività del progetto, come vengono coltivate le abilità acquisite?

La costruzione di un progetto di vita complesso richiede una rete di supporto molto attiva. Oltre agli educatori di Amalia Guardini e Villa Maria, un gruppo di volontari accompagna questi giovani a consolidare le competenze e le abilità imparate durante le attività con le cooperative. Attraverso gite nel fine settimana, i volontari lavorano sul consolidamento di autonomie e sulla capacità di gestione del tempo libero. Questo aiuta a stimolare gli interessi dei partecipanti e a far loro scoprire le opportunità offerte dal territorio come eventi sportivi, artistici e culturali. Le uscite incoraggiano anche la socializzazione, poiché anche attività apparentemente semplici come andare al cinema implicano un momento di condivisione con gli altri.

Qual è il contributo della famiglia?

Il raggiungimento dell’autonomia non si limita solo alle attività svolte in cooperativa o con i volontari. L’autodeterminazione è un processo lungo e graduale, che coinvolge una presa di coscienza sia da parte delle persone con fragilità sia dei loro genitori. La famiglia è un pilastro fondamentale ed è il primo luogo dove vengono applicate tutte le competenze imparate nella “palestra” dell’abitare delle cooperative. Tra gli operatori e i genitori esiste uno scambio continuo di informazioni e di accompagnamento della persona con disabilità per far emergere le risorse nascoste e per avvicinarli all’adultità. Questa relazione permette un coinvolgimento attivo della famiglia nei processi evolutivi del figlio con disabilità, e allo stesso tempo aiuta i genitori a vivere con maggiore consapevolezza e serenità il suo graduale distacco dal nido famigliare.

Quali attività offre la cooperativa per rendere le persone con disabilità protagonisti delle loro scelte?

Amalia Guardini gestisce un centro diurno socio- occupazionale nella zona di Vallagarina che accoglie persone con disabilità e le accompagna verso la loro autodeterminazione. La cooperativa offre anche altri servizi per co-creare, stimolare e seminare azioni di inclusione nella comunità e costruire percorsi di inserimento lavorativo. Tra i principali il laboratorio creativo che sviluppa idee e oggettistica per eventi e cerimonie in vendita nel negozio della cooperativa. Un altro laboratorio, invece, riguarda l’assemblaggio di prodotti commissionati per conto terzi dove le persone con fragilità hanno l’opportunità di migliorare le autonomie personali e coltivare le relazioni interpersonali e sociali con il gruppo e il datore di lavoro. Infine, Lo Spazio Sinergie Inclusive che promuove e attua collaborazioni nel contesto locale e iniziative professionalizzanti in vari settori (sport, lavoro, creatività, relazioni, cultura, ecc.), con obiettivi volti a sensibilizzare e promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Nella prossima pubblicazione Irene Buosi di Villa Maria presenta “Io abito”, il secondo progetto dedicato a un gruppo di persone con disabilità.

Racconto pubblicato sulla rivista Cooperazione tra consumatori