A ognuno il suo tempo di maturazione

Dedicato a quattro giovani donne il secondo progetto finanziato da etika avviato a gennaio da Villa Maria della Vallagarina con Amalia Guardini. Racconto pubblicato sulla rivista Cooperazione tra consumatori 

Imparare a gestire le faccende quotidiane e acquisire maggiore fiducia in se stessi, ma in una nuova casa.  Le quattro giovani con disabilità protagonisti del progetto finanziato da etika hanno molto chiaro il desiderio di avere uno spazio abitativo tutto loro. Sanno però che hanno ancora bisogno di consolidare l’esperienza di abitare autonomo. Amalia Guardini e Villa Maria hanno unito buone pratiche e risorse per aiutarle a realizzare il loro sogno. Irene Buosi, di Villa Maria, racconta il progetto “Io abito” iniziato a gennaio e che sta dando già i primi risultati positivi, segno che il gruppo ha una grande volontà di essere protagonista della propria vita, lavorando sui propri limiti come opportunità.

Chi sono le protagoniste di questo progetto?

E., lavora in un centro estetico a Rovereto dove si occupa principalmente di accoglienza e cura del locale. Occasionalmente però le vengono affidate mansioni più complesse come, ad esempio, fare lo shampoo alle clienti. Per lei è un impiego che richiede la maggior parte del tempo, ma che non toglie le energie per dedicarsi alla sua passione: atletica. Con “Io abito” E. sogna di acquisire maggiore fiducia in se stessa e le competenze necessarie per trovare l’equilibrio giusto per una vita indipendente.

Anche R. ha bisogno di consolidare le abilità utili per l’autonomia abitativa, ma soprattutto, imparare a gestire le sue insicurezze di fronte alle novità e ai cambiamenti. Da un po’ di tempo lavora nella Famiglia Cooperativa di Brentonico dove ha una grande responsabilità: controllare le scadenze dei prodotti e riordinare gli scaffali. Tra le mansioni anche quello di tenere pulito il reparto assegnato. Compiti che richiedono molto impegno, cura e attenzione e rappresentano per R una buona “palestra” di allenamento.

M. ed A. invece frequentano rispettivamente il centro diurno del Mas de Gnac di Isera e della cooperativa Amalia Guardini dove sono impegnate in diverse attività preparatorie all’abitare autonomo: tra un laboratorio creativo e uno di assemblaggio di oggetti, le due giovani hanno la possibilità di migliorare e mantenere le abilità utili da impiegare nella quotidianità a favore dell’autonomia.

Come sta proseguendo il percorso?

Ogni persona necessita di tempo per assestarsi al ritmo di un nuovo inizio. Certo, servono le condizioni giuste per poter affondare le radici. Già in passato le protagoniste hanno avuto l’occasione di sperimentare momenti di abitare autonomo durante i fine settimana. Così gli ottimi risultati raggiunti hanno incoraggiato le giovani e le famiglie ad intensificare i giorni di permanenza fuori casa per migliorare la loro capacità di gestione della quotidianità e conciliare gli impegni lavorativi con il tempo libero. Da gennaio, il gruppo ha iniziato a vivere in un appartamento nella zona roveretana accompagnate regolarmente da operatori specializzati. Familiarizzare con la casa e prendersi cura di se sono le prime due sfide da affrontare. Accompagnate dal personale delle cooperative, le giovani hanno poi imparato ad orientarsi nel territorio abitativo e dove si trovano i principali servizi commerciali della zona. Il gruppo ha dimostrato un buon livello di adattamento e capacità di gestire di muoversi all’esterno.

Di cosa si occupa la cooperativa?

Villa Maria opera principalmente nel territorio della Vallagarina. Per essere più vicini ai bisogni della cittadinanza, la cooperativa ha messo a disposizione diversi servizi personalizzati: dall’assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale all’ assistenza scolastica e interventi educativi domiciliari, dai servizi inclusivi ai centri diurni. Molti anche i progetti dedicati all’abitare autonomo, alla formazione di giovani con disabilità e all’inserimento lavorativo di persone in condizioni di disagio e vulnerabilità.

Negli ultimi anni, la cooperativa ha attivato un percorso nell’ambito dell’agricoltura sociale coinvolgendo così anche il territorio nel processo di autodeterminazione di persone con fragilità. L’iniziativa coniuga due elementi fondamentali per il benessere della comunità: cura della persona e dell’ambiente. “Mi Coltivo” – sottolinea Irene – funge da centro operativo e formativo.  Qui le persone hanno la possibilità di fare pratica nell’ambito della floricoltura e dell’orticoltura e acquisire molte competenze trasversali e prerequisiti lavorativi. Imparare a prendersi cura delle piante e della terra è un primo passo verso l’autonomia abitativa perché in questo modo vengono sviluppate competenze e abilità necessarie per una vita indipendente.